Piacerà agli amanti del classico “Il Costruttore Solness” di Henrik Ibsen nell’allestimento curato da Roberto Trifirò, in questi giorni al debutto ai Filodrammatici di Milano.
Le riflessioni cui apre l’affascinante testo ibseniano afferiscono ad ambiti molteplici: il lavoro e le dinamiche di seduzione e sottomissione fra il capo carismatico e i suoi collaboratori; la vecchiaia, la solitudine; il fato e il libero arbitrio. Tutti elementi che mescolati sapientemente dalla mano potente dello scrittore si delineano nei dialoghi perfetti dei personaggi, interpretati con fine efficacia dagli attori. E così Solness (Roberto Trifirò) e la giovanissima conturbante Hilde (Elisabetta Scarano) si addentrano, botta e risposta, nella filosofica e affascinante indagine dell’interiorità del protagonista.
Vagheggiando una “coscienza più vigorosa”, eppure sempre tormentato dal “troll” che lo porta irresistibilmente a pianificare di costruire il più maestoso dei “castelli in aria” con la ragazza, Solness va incontro però ad una fine tragica e inaspettata…
Da vedere perchè, come dice Trifirò – che è anche regista dello spettacolo: “Ibsen è il primo autore a penetrare nelle oscure profondità dell’animo umano fino a liberare i desideri dell’inconscio. Con l’utilizzo di un eloquio quotidiano riesce a creare una poesia che sorge dalla realtà, lasciando fluire le confessioni più intime e gli squassanti tormenti dei protagonisti“.
Dal 4 al 14 aprile 2013 al Teatro Filodrammatici di Milano