Mattia, a life changing experience

Quante persone vorrebbero cambiare vita, oggi? A leggere i commenti che quotidianamente inondano i socialnetwork, quasi tutti conoscono la tentazione di lasciarsi i problemi alle spalle e ricominciare. Ma per partire di nuovo da zero, ci vorrebbe anche una nuova identità: come accadeva al Mattia Pascal di Pirandello

e come accade, ai giorni nostri, grazie alla consulenza di veri e propri professionisti del settore – gli skip tracing. Così, nella nuova produzione dei Filodrammatici di Milano, il Mattia di turno è un ingegnere con una perfetta vita esteriore ed una difficile vita interiore che, nell’incalzare dei fatti, si trova costretto a rivolgersi ad uno “specialista” pronto ad organizzarne la scomparsa .

La vicenda è narrata in modo coinvolgente ed inedito dagli stessi attori che poi incarnano anche i protagonisti della trama: a volte cantastorie, a volte personaggi. Ogni passaggio avviene con grazia e naturalezza, ma con evidente perizia tecnica. La successione di flashback, i ritmi e la commistione di stili di ogni quadro parlano di una regia quasi cinematografica, facendo dello spettacolo un esperimento, tanto ardito quanto riuscito, di teatro nuovo e dinamico.

Il meccanismo poggia solidamente sulle spalle dei cinque interpreti: Tommaso Amadio (Mattia), Marta Belloni (Nala), Matthieu Pastore (Bull), Valeria Perdono’ (Vale) e Michele Radice (Mino), bravissimi, ciascuno nelle proprie peculiari qualità artistiche, ma soprattutto unici nella capacità di fare ensemble, offrendosi a spalla l’un dell’altro senza velleità di prevaricazione.

“La scelta compositiva vuole sottolineare l’impossibilità di afferrare, una volta per tutte, la verità di quel che sta accadendo, ed esaltare l’aspirazione di ogni personaggio a ricomporre la propria identità prima che l’inerzia della vita possa diluire in routine qualunque tentativo di rimonta”: l’autore e regista Bruno Fornasari lascia scorgere la complessità del tema, che si presta, anche per come è raccontato, ad interessanti approfondimenti.

Perché azzerare il passato è visto come un’opportunità?

Come mai nel momento in cui si decide di sparire, quello che dovrebbe essere visto come il più insidioso degli amici viene invece definito come il più fidato?

Che ruolo giocano i legami affettivi, nelle scelte di vita più radicali?

Uno spettacolo da non perdere, altamente consigliato ad un pubblico mentalmente giovane, desideroso sia d’interrogarsi che d’intrattenersi, con giochi fuori dagli schemi.


Al Teatro Filodrammatici di Milano dal 13 febbraio al 9 marzo 2014.

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