Ancora una volta riesce la scommessa di Corrado Accordino, che si cimenta in un monologo scritto, diretto e recitato solo da se stesso.
Lungi dall’essere un’esibizione di egocentrismo, “Così tanta bellezza” è un toccante, coinvolgente atto di pura condivisione. Una riflessione a voce alta, nell’intima cornice del piccolo Teatro Libero. Una sorta di confessione del protagonista, che dichiaratamente è un fittizio “uomo X” e tuttavia parla con la capacità di farsi sentire dentro, risvegliando un senso di riconoscimento in ciascuno spettatore.
Uno è colpito particolarmente da una battuta, il vicino di platea da un’altra; ma tutti all’uscita del teatro si trovano rinnovati, divertiti e commossi.
Il testo fluisce con la stessa scorrevolezza e velocità dei pensieri e tutto parla, nella scenografia scarna: i gesti dell’attore quando si muove come un mimo, i fasci di luce che si proiettano a tempo di musica ricreando il ritmo suggestivo di un percorso interiore. Tanto semplice e naturale è lasciarsi coinvolgere, quanto complesso e accurato è lo studio che si nasconde dietro ogni scelta drammaturgica.
Spettacolo assolutamente da non perdere, per la sua capacità di risvegliare un senso di collettiva fratellanza che, di per sé, è già un saggio di emozionante e rara bellezza.