La Corte Costituzionale si è espressa a favore dei cittadini. La legge del 2011 che negli ultimi anni ha drasticamente fermato l’adeguamento ISTAT delle pensioni INPS, non ha superato il vaglio di costituzionalità dei giudici.
La sentenza evidenzia il fatto che la norma ha pregiudicato il potere di acquisto dei trattamenti pensionistici, specialmente quelli più modesti. E ha deluso in modo irrimediabile le «aspettative legittimamente nutrite dal lavoratore per il tempo successivo alla cessazione della propria attività», violando così i principi di adeguatezza e proporzionalità, che sono espressione certa del principio di solidarietà di cui all’art. 2 della Costituzione e che garantiscono una sostanziale ed effettiva attuazione del principio di eguaglianza ex art. 3.
La sentenza 30 aprile 2015 n. 70 (Pres. Criscuolo, est. Sciarra) è consultabile nel suo testo integrale a questo link.