Mettete un uomo semplice e con la fobia dell’acqua nelle grandi cucine dell’enorme e fastoso Titanic. Mettetelo a fare coscienziosamente un lavoro ripetitivo da lavapiatti e a raccontarvi, fra pentole e scossoni, la storia della sua vita – mentre fuori si consuma il più epocale naufragio del secolo. La fantasia di Patrick Kermann, la presenza scenica di Matthieu Pastore e l’ottima regia di Renato Sarti faranno materializzare davanti a voi un suggestivo “soliloquio marittimo per 2.201 personaggi e 3.177 cucchiaini”.
La ricetta teatrale funziona, complice il bello ed ingegnoso allestimento scenografico di Luca Grimaldi e Marco Mosca, autori anche del disegno luci. Quello che resta al termine dello spettacolo, che scorre agile e fresco grazie alla frizzante vivacità del suo unico interprete, e’ la sensazione di aver vissuto concretamente qualcosa di surreale. L’atmosfera salottiera dei tempi del Titanic, coi suoi bagliori ed abbagli, ma anche la grande tragedia di uomini per noi senza nomi e senza volto, destinati a non passare alla storia perché troppo comuni.
Da vedere!