Grigio di fondo è, secondo Penelope Skinner, il colore delle relazioni amorose; rosso sangue è, per l’effetto, la deriva della cecità di una generazione incapace di
autocritica.
Lo spettacolo portato in scena dal Teatro Filodrammatici e dalla Carrozzeria Orfeo ha uno stile graffiante e giovane, nel raccontare con dialoghi brillanti e cinicamente divertenti le inquietudini metropolitane dei trentenni di oggi.
I quattro personaggi rappresentano archetipi contrapposti fra loro, che non riescono ad entrare davvero in comunicazione, ripiegati come sono ciascuno su se stesso e sui propri bisogni.
Per Cassie (Valeria Barreca), l’urgenza di condannare l’egemonia maschile si trasforma in incapacità di guardare con pacatezza e realismo il suo partner. Per Mark (Tommaso Amadio) il bisogno di possedere ed esibire si traduce in impossibilità di coltivare un rapporto profondo e stabile. Per Rose (Federica Castellini), l’attaccamento al sogno di sposare il “principe azzurro” diventa uno schermo che distorce la realtà, dissimulando le sue ossessioni: dietro uno pseudo-romanticismo si nasconde, in verità, un grave disagio psichico. Per Tim (Massimiliano Setti), l’esigenza di accudire e sentirsi utile per un altro, diventa una gabbia che frustra ogni possibilità, per lui, di realizzarsi pienamente.
L’intreccio di coppie prodotto dalla trama rende evidente che ciascuno dei protagonisti non riesce a vedere, nell’altro, nulla più che la proiezione dei propri pre-giudizi. Tutti sono al contempo artefici e vittime di una dinamica sterile e nera, rispetto alla quale la giovane autrice della drammaturgia sembra non avere alcuna soluzione o alternativa da offrire.
La rappresentazione teatrale segue un ritmo cinematografico e scorre con fluida piacevolezza fino al momento clou della trama, quando invece, molto fastidiosamente, rallenta: scelta stilistica voluta, che sicuramente ottiene lo scopo di colpire la platea risvegliando una dose massiccia di disgusto e spirito critico.
Spettacolo ben allestito, inadatto per gli stomaci delicati. Interessante soprattutto per le domande che sollecita: la società dei trentenni è davvero così cieca?
E, aggiungiamo noi: il teatro di denuncia è ancora attuale e necessario? O forse è giunto il momento di offrire agli spettatori qualche nuova chiave di lettura, che, mentre li orienta verso un approccio fatto di consapevolezza, li aiuti anche a cercare (e trovare) frammenti di bellezza intorno a se’?
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Eigengrau – di Penelope Skinner.
Spettacolo presentato in anteprima alla XIII edizione di “TREND Nuove frontiere della scena britannica”.
Regia: Bruno Fornasari e Gabriele Di Luca.