Guida estrema di puericultura

A chiusura della stagione teatrale 2014/2015 parliamo di una guida di puericultura davvero sui generis: quella scritta da Francesca Sangalli e Angela Demattè, che per dirci che “Sfasciare il bambino non vuol dire farlo a pezzi” fanno salire in cattedra una spaventosa icona di professionalità ed algido rigore, impersonata con ironia e talento da Alex Cendron.

Ispirato alla quotidianità delle neomamme contemporanee, segnate dalla spinta al perfezionismo e all’iper-ottimizzazione tipiche dei nostri tempi, lo spettacolo prodotto dal Teatro della Cooperativa di Milano ha un ottimo potenziale: sia sotto il profilo dell’intrattenimento, sia sotto quello della satira sociale, specie per gli apprezzati rimandi alla condizione delle madri nel mondo del lavoro precario.

La riuscita finale sfrutta fino in fondo il testo, grazie all’efficace regia di Renato Sarti e soprattutto all’abilita’ di Cendron, che con generoso e infaticabile vigore dà ritmo, voce e mimica (spassosa) al suo personaggio, riuscendo in un sol colpo a scandire il copione e a lasciar leggere, tra le righe e senza forzature, il tortuoso vissuto della “puericultrice”. Con risate garantite fino al colpo di scena finale.

Spettacolo sicuramente consigliato per un pubblico giovane e che si segnala per essere facilmente fruibile anche per chi fosse alla prima esperienza nella platea di un teatro.

Il teatro di Dario Fo e Franca Rame in “Tutta casa, letto e chiesa”

Per la stagione 2014/2015 che il milanese Teatro della Cooperativa dedica a Franca Rame, nei giorni scorsi è tornato in scena lo spettacolo “Tutta casa, letto e chiesa” interpretato da una grande Marina De Juli, tanto generosa e impeccabile nella sua performance attorale, quanto fedele allo stile dei suoi maestri.

Quattro monologhi, uno più divertente dell’altro, danno corpo ad un insieme legato da un fil rouge che la De Juli rende esplicito quando, fra una scena e l’altra, parla alla platea come una presentatrice di serata che fa confidenze al suo pubblico.

“La donna sola”, “Il risveglio” nella prima parte e poi la giullarata medievale de “La parpaja topola” e la “Lezione di orgasmi” nel finale, mandano un messaggio tutto al femminile. Un messaggio che, tra comico e grottesco, ripercorre alcune tappe storiche della cosiddetta emancipazione della donna, esaltandone una delle doti migliori: la capacità di fare autoironia.

Spettacolo consigliato a tutti per ricordare, ridendo, la vocazione del teatro all’impegno sociale.