Il pensiero laterale illusionistico

Chi lavora per risolvere i problemi dei propri clienti sa quanto sia importante il processo generativo di soluzioni alternative, alla ricerca del miglior risultato concreto possibile.

Il processo creativo si attiva con un percorso mentale che, deviando rispetto al canonico “da A consegue B”, conduce su territori inesplorati; si chiama pensiero laterale. Ed è tanto prezioso e utile, quanto innaturale per la mente di noi adulti educati al pensiero razionale.

Vi piacerebbe allenarvi al pensiero divergente? Un modo simpatico per farlo è offerto dal mondo della magia e dell’illusionismo.

Lo spiega bene Walter Rolfo, maestro di pensiero laterale illusionistico, nello spettacolo che abbiamo visto di recente al Teatro Celebrazioni di Bologna e di cui potete sapere di più leggendo l’articolo di CULTURAeGIUSTIZIA👇


A teatro, “Assange” mostra i limiti del diritto all’informazione.

Chi s’interessa di “Cultura e Giustizia” merita di approfondire la storia di Julian Assange, giornalista e fondatore dei WikiLeaks oggi detenuto nel carcere inglese di massima sicurezza di Belmarsh. Il caso “Assange” consente infatti di osservare le profonde connessioni fra il mondo dell’informazione e quello della giustizia sociale. E lo fa in modo esemplare, chiedendoci di prendere posizione.

L’idea di portare in teatro “Assange” è di Alessandro Di Battista che, da appassionato studioso della vicenda, ha condotto la sua riflessione sulle implicazioni giuridiche e politiche del caso, scrivendo un monologo che è ora in tournée per l’Italia, con la regia di Samuele Orin e la collaborazione di Luca Sommi e Niccolò Monti.

Lo spettacolo, che abbiamo visto al Teatro Duse di Bologna nella data del 10 gennaio 2024, si presenta come uno speech dai ritmi incalzanti ed offre al contempo due letture: una, documentata, dei fatti e l’altra, personale, frutto dell’interpretazione degli stessi fornita dall’autore.

Di Battista, con la giusta chiarezza espositiva, tende a distinguere sempre gli eventi accertati, dalle sue personali opinioni e, benché dia ampio spazio ed enfasi a queste ultime, riesce a porre ogni ascoltatore in condizione di farsi domande di grande valore umano, stimolando il desiderio di approfondire ciascun per sé la riflessione – non solo sulla vicenda, ma anche sui temi più ampi che essa richiama.

“Assange – Colpirne uno per educarne cento” è un testo che si propone di evidenziare anche i nessi causali fra i fatti e le tensioni di natura politica ed internazionale sottostanti. La serata a teatro diventa, così, una preziosa occasione per uscire da quella condizione di “sonno della coscienza” a cui troppo spesso sembriamo assuefarci.

Una volta spenti i riflettori, si esce dalla sala ma si continua a pensare: è giusto limitare la libertà di stampa con i “segreti di Stato”? E’ corretto porre importanti limiti al diritto all’informazione dei cittadini, su temi di rilevanza mondiale quali, ad esempio, i crimini di guerra? Come cittadino, sono consapevole del potere manipolativo intrinseco nella scelta delle parole che vengono usate da un comunicatore? Come giornalista, sono consapevole della responsabilità morale che mi assumo ogniqualvolta scelgo di aderire o meno ad una precisa impostazione semantica, nel fare cronaca?

Di Battista non parla “solo” delle sorti e della libertà di Julian Assange, ma della forza dirompente del suo messaggio:

Si vive solo una volta e quindi abbiamo il dovere di fare buon uso del tempo a nostra disposizione ed impiegarlo per compiere qualcosa di significativo e soddisfacente. Questo è qualcosa che io considero significativo e soddisfacente. E’ la mia natura: mi piace creare sistemi su larga scala, mi piace aiutare le persone vulnerabili e mi piace fare a pezzi i bastardi” (J.A.)

Quanto a noi, crediamo che valga la pena di impiegare il nostro tempo per chiederci se sia più grave portare ad emersione dossiers da cui si evincono crimini di guerra, o se sia più grave commetterli lasciando nell’ignoranza l’opinione pubblica.

Spettacolo consigliato per un pubblico adulto.

(Foto gentilmente concessa dall’Ufficio Stampa del Teatro Duse di Bologna)

BatFamily e BatmanDay

Per celebrare l’eroe di Gotham, fra le decine di versioni della sua storia, CULTURAeGIUSTIZIA sceglie quella iper contemporanea del film diretto da Chris McKay.

LEGO Batman (2017) dà un’audace lettura introspettiva della figura del cavaliere oscuro, capace di operare nel bene senza macchia, ma non senza paura.

La mini-figure dell’eroe pipistrello offre una visione quantomai umana del personaggio, col pregevole intento di trasmettere un messaggio realmente utile alla generazione di giovani spettatori del film.

Lo screenplay racconta di un Batman orfano, ma ormai adulto, che – estraneo a qualunque logica di condivisione – mostra di amare il “nero” della sua vita in solitudine essendo caparbiamente convinto che l’autonomia sia la chiave della sua forza. L’azione scenica offre poi al protagonista molteplici occasioni per fare, suo malgrado, esperienza di rapporti umani di amore e solidarietà, che lo porteranno gradualmente a comprendere che il vero coraggio non sta nello sfidare temerariamente i nemici, ma nell’aprire il cuore agli altri… Rischiando di creare legami e, quindi, soffrire per eventuali perdite, ma godendo di una quotidianità luminosa e felice, oltre che di un’efficacia esponenzialmente moltiplicata nel portare a termine le proprie missioni.

La solida energia che danno le relazioni profonde e solidali è il nuovo concetto-chiave di “famiglia”. Non importa l’albero genealogico: quel che conta sono l’autenticità del sentimento, le intenzioni e l’impegno. Complimenti agli autori di LEGO Batman, per l’acuta riflessione sociologica…

Film da vedere, per ragazzi e non solo: le sagaci battute e le ricche citazioni intratterranno con gusto i cinefili adulti.

“Matti da Slegare”

Lo spettacolo in scena al teatro Carcano di Milano, che in questi giorni sta raccogliendo ampi consensi di pubblico, non è solo l’occasione per vedere recitare dal vivo due volti noti come Enzo Iacchetti e Giobbe Covatta. È qualcosa di più…

Di rado la comicità sa intessersi così armoniosamente con la tenerezza ed offrire una visione gentile e nuova – sicuramente edulcorata, ma mai retorica o patetica- sul tema delle malattie psichiche.

Il cast affiatato e gli attori, abilmente diretti dal regista Gioele Dix, strizzano l’occhio ai due protagonisti offrendo l’opportunità di guardare “da insider” nella vita di due ex pazienti psichiatrici che si sforzano di riabilitarsi ed aprirsi al mondo esterno, vincendo le proprie fobie e i pesanti fantasmi del passato.

Lo spettacolo, assolutamente godibile e adatto ad avvicinare al teatro anche un pubblico di neofiti, è pregevole soprattutto per la sua capacità di raccontare un mondo interiore complesso, attraverso una trama semplice e ricca di gag.